domenica 22 giugno 2008

in Italia

L’Italia è stata tra i Paesi più pronti e sensibili nell’affrontare per tempo questo argomento.
Già alla fine degli anni novanta l’AIPA (oggi CNIPA) aveva cominciato a interessarsi al tema dell’accessibilità alle tecnologie informatiche da parte delle categorie più svantaggiate; in particolare aveva avviato apposite ricerche lungo due direttrici.
La prima era finalizzata a definire regole idonee ad assicurare l’interoperabilità dei sistemi
informativi delle pubbliche amministrazioni e soluzioni aperte alle proposte di tecnologie innovative formulate dal mercato.
La seconda mirava a individuare gli interventi normativi e tecnologici necessari a evitare discriminazioni nella prestazione di servizi della Pubblica Amministrazione, soprattutto quando forniti attraverso la rete.
Il primo intervento ufficiale verso l’esterno fu costituito da una circolare diretta alla Pubblica Amministrazione, nella quale venivano precisati alcuni principi basilari sull’argomento.

In particolare si focalizzavano i seguenti aspetti:
  • l’attenzione, in termini di accessibilità ai siti della P.A., nei riguardi di tutte le tipologie di disabilità, sia fisiche sia cognitive;
  • l’importanza dell’intera architettura del sito e non della sola interfaccia web;
  • l’accessibilità come indice di qualità sin dalla progettazione complessiva del sito;
  • l’opportunità di osservare, nella realizzazione di un sito, gli orientamenti espressi dal WAI attraverso le WCAG 1.0 (Web Content Accessibility Guidelines) del consorzio W3C.
L’innalzamento a livello governativo della responsabilità di sviluppo dell’informatica pubblica, avvenuto nel 2001, attraverso la designazione di un Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie, ha contribuito in modo decisivo a rafforzare l’attenzione per il tema dell’accessibilità alle nuove tecnologie da parte delle categorie più deboli.

Il risultato più immediato dell’attività di questa Commissione è stato rappresentato dal Libro Bianco sulle “Tecnologie per la disabilità: una società senza esclusi”, che ha avuto il merito non solo di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’argomento, ma anche di individuare i successivi possibili obiettivi da proporre all’attenzione delle responsabilità politiche.

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